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Se hai problema di denti mancanti o denti mobili cosa ti propongono gli altri?

 Cura parodontite Roma

PRIMA SOLUZIONE: protesi mobile. Si tratta di protesi mobili che si agganciano ai denti residui mediante dei ganci in metallo o dei ganci di resina più estetici. Nei casi di mancanza completa dei denti prende il nome di “protesi totale mobile” o “dentiera”.

VANTAGGI:

  1. costi bassi;
  2. facile da rimuovere e da lavare.

SVANTAGGI:

  • come dice la parola stessa, essendo mobile…..spesse volte si muove e “balla” durante la masticazione o mentre si sta parlando. Può necessitare di “colla per dentiere” per migliorare la sua stabilità;
  • le protesi mobili solitamente appoggiano sulla gengiva, ma le mucose quando vengono schiacciate e compresse dalle protesi mobili spesso possono dare dolore ed infiammazione, specialmente durante la masticazione;
  • i ganci che la stabilizzano ai denti residui possono esercitare una trazione eccessiva sui denti ai quali sono “agganciati” per cui tendono a rendere mobili questi denti portandoli spesso alla loro estrazione;
  • la compressione a livello gengivale ed ossea può determinare una riduzione precoce della quantità ossea o delle lesioni alla gengiva stessa, col rischio di rendere più complesso o impossibile l’inserimento degli impianti;
  • sono generalmente piuttosto ingombranti per cui la masticazione e la fonazione possono risultare più difficoltose o richiedono molto tempo per abituarsi.

SECONDA SOLUZIONE: ponte fisso ancorato a denti naturali

Il classico “ponte su denti naturali” è formato da nuovi denti (detti anche capsule o corone) in porcellana o altro materiale e viene ancorato e cementato sui denti “monconizzati”. Cioè il dente naturale deve essere ridotto nelle sue dimensioni, quindi con il “trapano” il dentista deve ridurre ed eliminare la parte esterna del dente. Di conseguenza elimina quello che io definisco il bene più prezioso del dente: lo smalto.

A volte i pazienti pensano erroneamente che con questa tecnica i denti non si possono più cariare: il ponte in porcellana, ovviamente, non si caria, ma dove termina il ponte i batteri possono insidiarsi ed “infiltrare”, cioè cariare la radice del dente. Anzi senza lo smalto dentale il dente è per molti versi “meno resistente”. Questa tecnica era la norma prima che esistessero gli impianti dentali, oggi si ricorre a questa tecnica molto più raramente.

VANTAGGIO ponte su denti naturali: sostituire un dente mancante ancorandosi ai denti vicini.

SVANTAGGI:

  • bisogna “limare” i denti di appoggio, eliminando così lo smalto dei denti naturali;
  • i denti limati e privi di smalto perdono la protezione dello smalto stesso, possono diventare più sensibili e più facilmente soggetti a carie;
  • è più difficile la pulizia al di sotto del ponte, con conseguente possibile accumulo di placca batterica ed infiammazione gengivale e/o carie della radice dei denti limati.

TERZA SOLUZIONE: impianti “A MANO LIBERA”

(Prima tecnica implantare tradizionale base)

Il dentista esegue l’intervento chirurgico a mano libera, cioè senza nessuna guida che gli indica con precisione il punto dove inserire l’impianto, la sua inclinazione e l’esatta posizione dell’impianto all’interno dell’osso del paziente. Si basa sull’esame radiografico e sulla visione esterna dell’osso.

E’ evidente che anche un dentista esperto se dovesse eseguire lo stesso intervento implantare sullo stesso paziente più volte molto difficilmente posizionerebbe l’impianto nella stessa posizione in tutti gli interventi.

Personalmente ritengo che questa tecnica è indicata nei casi più semplici, come ad esempio

in presenza di molto osso e nei casi di uno o pochi denti mancanti.

La tecnica implantare base, segue indicativamente delle procedure stabilite decine di anni fa

da uno dei padri fondatori dell’implantologia: Branemark. Questi protocolli prevedono l’estrazione dei denti non più mantenibili, l’attesa di alcuni mesi per la guarigione della ferita del primo intervento chirurgico. Successivamente a distanza di settimane o di mesi segue l’inserimento degli impianti e di nuovo l’attesa di vari mesi per la guarigione e l'osteointegrazione del secondo intervento chirurgico. In seguito si procede ad una terza chirurgia che prevede l’incisione della gengiva per la scopertura degli impianti e quindi la guarigione per il terzo intervento chirurgico.

TEMPISTICA ED APPUNTAMENTI (nella tecnica implantare tradizionale base “a mano libera”).

La tecnica implantare tradizionale base prevede generalmente una procedura, delle tempistiche ed una serie di appuntamenti che riassumo brevemente e indicativamente di seguito.

  • I chirurgia: estrazione dei denti non recuperabili ed attesa della guarigione variabile da circa 4 settimane ad alcuni mesi.
  • Eventuale appuntamento per posizionare un provvisorio fisso o mobile, specie se i denti mancanti sono in zona estetica.
  • II chirurgia: per il posizionamento dell’impianto. Attesa della guarigione della ferita e della osteointegrazione variabile da circa 3 ai 6 mesi.
  • III chirurgia: scopertura implantare mediante incisione della gengiva al di sopra degli impianti. Successiva attesa della guarigione gengivale, con attesa di circa 4 settimane.
  • IV appuntamento: impronta sugli impianti per la costruzione della protesi implantare.
  • V appuntamento: consegna dei denti fissi su impianti.

In totale circa 5 appuntamenti ed un tempo variabile dai 4 agli 8 mesi, circa 3 interventi chirurgici.

SVANTAGGIO (nella tecnica implantare tradizionale base “a mano libera”)

  • Tempi lunghi ed elevato numero di appuntamenti, per sostituire uno o più denti mancanti;
  • disagio del paziente che per un lungo periodo potrebbe avere difficoltà estetiche e/o masticatorie e/o deve accontentarsi di protesine provvisorie mobili;
  • ripetuta assunzione di farmaci antibiotici ed analgesici, per ogni intervento chirurgico;
  • costi generalmente maggiori, dovuti anche al maggior numero di appuntamenti e di interventi di chirurgia.
  • la tecnica implantare tradizionale di base prevede l’incisione della gengiva mediante il bisturi e lo scollamento delle gengive. In questo modo è possibile visualizzare SOLAMENTE LA SUPERFICIE DELL’OSSO (non il suo interno);
  • non consente di vedere all’interno dell’osso, ma solo la sua superficie esterna, quindi durante l’intervento chirurgico tradizionale non si può visualizzare l’esatta conformazione interna dell’osso e delle strutture anatomiche più delicate come nervi ed arterie situate al suo interno. Con il conseguente rischio di danneggiarle;
  • specialmente nei casi più complessi dove l’osso è generalmente scarso lo spazio nel quale posizionare l’impianto è ridotto, non riuscire ad individuarlo con esattezza potrebbe compromettere il successo della terapia implantare;
  • l’incisione mediante bisturi e lo scollamento delle gengive prevede generalmente tempi di guarigione e di recupero più lunghi.
  • l’incisione mediante bisturi e lo scollamento delle gengive prevede generalmente che più facilmente si possa verificare gonfiore ed ecchimosi (lividi) nei giorni seguenti l’intervento chirurgico.
  • l’incisione mediante bisturi e lo scollamento delle gengive prevede generalmente maggiore sanguinamento durante ed eventualmente dopo l’intervento.

VANTAGGIO (nella tecnica implantare tradizionale base “a mano libera”)

  1. non prevede utilizzo di software o apparecchiature particolari.
  2. tecnica tradizionale praticata dalla maggior parte dei dentisti. Disponibile nella maggior parte degli studi dentistici.

QUARTA SOLUZIONE: impianti con “DIMA CHIRURGICA o CHIRURGIA GUIDATA”

( Seconda tecnica implantare tradizionale )

Il dentista utilizza una guida costruita in resina che gli consente di posizionare gli impianti seguendo una “strada” precedentemente realizzato.

Questa tecnica presenta dei vantaggi e dei limiti, vediamoli insieme. Questa tecnica puoi trovarla sotto vari differenti nomi:

  1. “chirurgia guidata”;
  2. “dima chirurgica”;
  3. “mascherina chirurgica”;
  4. “implantologia guidata” ;
  5. “chirurgia implantare guidata”;
  6. “implantologia computerizzata” .

Come funziona:

In quanto utilizza “mascherine o dime o guide chirurgiche rigide” che, una volta stabilizzate all’arcata mascellare o mandibolare del paziente, consentono attraverso delle guide metalliche rigide e non modificabili di seguire una “strada” (in genere un piccolo tubo metallico) che indica al chirurgo il percorso “obbligato” da seguire per posizionare l’impianto all’interno dell’osso del paziente.

VANTAGGI:

  1. viene realizzata studiando la radiografia 3D del paziente;
  2. consente anche ai dentisti meno esperti di eseguire interventi di implantologia. Consente di avere un percorso obbligato per il posizionamento degli impianti, senza poter eseguire cambiamenti intraoperatori (questo vedremo di seguito che rappresenta anche uno svantaggio ed un limite di questa tecnica).
  3. una dima chirurgica STATICA costruita dal laboratorio consente di posizionare gli impianti dentali secondo una guida rigida precedentemente realizzata. Non sono possibili variazioni (questo potrà costituire anche un suo limite, come vedremo di seguito).

SVANTAGGI:

  1. nella fase di costruzione possono esserci degli errori che non sono verificabili e controllabili. Inoltre più numerosi sono i passaggi di progettazione e di costruzione e maggiori sono le possibilità di errore;
  2. nella fase di posizionamento sul paziente della “dima o mascherina implantare” possono esserci degli errori che non sono verificabili e controllabili.
  3. la costruzione della “mascherina chirurgica implantare”, richiede delle sedute aggiuntive, dei tempi tecnici di costruzione e quindi dei costi aggiuntivi;
  4. durante l’intervento il chirurgo non ha la possibilità di verificare l’operato, cioè non si ha la possibilità di controllare se quello che si sta facendo è corretto. Ad esempio se l’impianto è stato effettivamente posizionato all’interno dell’osso esattamente nella posizione studiata e programmata precedentemente al computer. In questa tecnica ci si affida completamente alla mascherina chirurgica e si confida nella sua corretta realizzazione (senza però poterla verificare o controllare). L’unico controllo possibile viene effettuato radiograficamente DOPO aver posizionato gli impianti e NON durante l’intervento chirurgico;
  5. un ulteriore limite è determinato dal fatto che questa guida chirurgica che avvolge la gengiva e l’osso impedisce fisicamente il corretto raffreddamento dell’osso durante la sua fresatura. Il raffreddamento dell’osso eseguito mediante un getto di soluzione fisiologica è da sempre ritenuto fondamentale affinché l’osso non si surriscaldi e non vada quindi in necrosi. Di seguito vediamo una dima chirurgica implantologica che rende chiaro come questa “scatola di plastica“ riduca necessariamente il raffreddamento;
  6. prevede la realizzazione della dima chirurgica con tempi necessariamente più lunghi, il che vuol dire che servirà più tempo e più appuntamenti per i tuoi nuovi denti;
  7. la costruzione della dima chirurgica prevede costi maggiori legati alla sua realizzazione e quindi maggiori costi per te.
  8. potrebbe essere necessario eseguire una ulteriore esame radiografico 3D per utilizzare la tecnica della “dima chirurgica statica” e quindi oltre al maggior tempo, l’esposizione a più dosi radiogene.
  9. non consente di vedere all’interno dell’osso durante l’intervento la reale posizione dello strumento utilizzato e dell’impianto.;
  10. La “dima chirurgica STATICA” è così definita proprio perchè è STATICA, cioè fissa, cioè non può essere modificata durante l’intervento. Infatti NON consente variazioni o cambiamenti di programma durante l’intervento chirurgico, come ad esempio in caso di cedimento di una parte dell’osso meno consistente, o comunque qualsiasi inconveniente che può accadere durante l’intervento non ne consente il suo utilizzo per effettuare variazioni di programma. Ad esempio un impianto che non risulta sufficientemente stabile non può essere posizionato diversamente utilizzando la dima chirurgica, ma dovrà essere posizionato “a mano libera”;
  11. per poter essere utilizzata nella zona dei premolari e molari è necessario che il paziente abbia una apertura della bocca piuttosto ampia. Questo perché la mascherina chirurgica implantologica ha uno spessore notevole, a questo deve essere aggiunto la lunghezza delle frese chirurgiche. Questo ingombro ragguardevole a volte non è compatibile con la apertura della bocca del paziente per cui in questi casi è impossibile utilizzarla specialmente nella zona dei molari e premolari.

QUINTA SOLUZIONE:

Tecnica implantare innovativa con la tecnologia da me definita: “implantologia robotica a carico immediato” o Metodo "Robot Fast Implant"

Abbiamo superato i limiti della chirurgia guidata tradizionale!

Durante l’intervento chirurgico implantare utilizzo un sofisticato ed ultramoderno “robottino” che mi consente di visualizzare al monitor del computer, in diretta durante l’intervento, il posizionamento dell’impianto al di sotto della gengiva ed addirittura all’interno dell’osso. Permette quindi di visualizzare l’esatto posizionamento dell'impianto stesso durante il suo alloggiamento all’interno dell’osso. Consente quindi di evitare le strutture delicate e pericolose e permette un inserimento corretto dell’impianto e conseguentemente dei denti che verranno ancorati ad essi.

Come è fatto: ”L’implantologia GPS guidata necessita di uno speciale “robottino” montato su ruote, provvisto di 2 telecamere + un computer + un software dedicato + un esame radiografico 3D del paziente.

Personalmente ho utilizzato per anni la “dima chirurgica implantare” cosiddetta statica, in quanto rigida e non modificabile. Ovviamente ho potuto apprezzarne i benefici e comprenderne i limiti. Per questo sono stato ben felice di riuscire a superare i limiti tecnici descritti sopra da quando utilizzo “l'implantologia GPS guidata”.

I casi di “implantologia a carico immediato” che riuscivo a realizzare erano piuttosto esigui ed erano limitati ad i casi più semplici. Da quando utilizzo procedure di “implantologia a carico immediato GPS guidata” (anche detta “ implantologia guidata dinamica” ) posso “vedere” all’interno dell’osso in diretta durante l’intervento il corretto posizionamento dell’impianto. Questo mi consente , tra le altre cose di:

  • poter posizionare gli impianti in zone di osso ridotto e molto riassorbito;
  • vedere e valutare la vicinanza eccessiva ad organi delicati come nervi ed arterie;
  • sfruttare al massimo zone di osso residuo altrimenti difficilmente raggiungibile;
  • aumentare notevolmente il numero delle persone che possono beneficiare “dell’implantologia a carico immediato”, passando da circa un 35% di casi di implantologia a carico immediato, a circa un 75% di casi di carico immediato (le percentuali restanti dei pazienti possono avvalersi della tecnica “tradizionale” per cui i denti fissi vengono consegnati e posizionati circa 3-6 mesi dopo aver inserito gli impianti).

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